Napoli, gioia e delizia, tristezza ed ardimento e tanto altro nel nome di una città che non ha pari al mondo e che tutta l’umanità conosce.
Basti pensare alla canzone ‘O sole mio, scritta da Giovanni Capurro nel 1898 e musicata dal suo amico, Eduardo Di Capua, e dal padre di quest’ultimo interpretata al violino ad Odessa, dove si trovava col figlio. Dedicata alla donna più bella che Napoli volle riconoscere col primo concorso di bellezza, questa canzone si ascolta in ogni angolo della Terra.
Città nuova per i greci, Napoli ha sempre stupito per la miriade di epiteti ed aggettivi che in essa sono racchiusi. Lo stesso vale per i napoletani, popolo fiero e degno sempre della massima considerazione e stima. Per essi un epiteto storicamente riconosciuto è quello di Mangiafoglia.
Il nomignolo pare abbia origina toscana, terra da sempre avversa, e stava a significare la povertà di cibarie che opprimeva la città campana e la necessità di nutrirsi di foglie, broccoli per primo e poi quanto la natura offrisse, per sfamare un popolo sempre più numeroso.
Nel dialetto fiorentino il “mangia” rappresentava una figura losca che inghiottiva ciò che poteva, senza distinzione. Possiamo quindi essere certi che il nomignolo, o epiteto che sia, affondasse la sua radice nel disprezzo che accompagnava l’invidia dei fiorentini per le nostre terre ed il coraggio delle loro popolazioni.
Sul finire del 1600, quando Napoli fece sua la trasformazione della farina in pasta (processo iniziato in Sicilia), ai napoletani toccò il nuovo epiteto di “mangiamaccheroni”.
Abbiamo intitolato la nostra pizzeria indipendente alla più cara visione che abbiamo della città ed asseriamo con forza che la lotta da noi condotta nell’utilizzare cibo sano per condire il famoso disco di pasta non ha uguali, tranne che per pochi virtuosi i quali, come noi, sanno che il cibo è un dono di Dio e deve rispettare l’essere umano per la sua sopravvivenza, nel momento in cui è preso da fame, fosse soltanto che con una semplice PIZZA.
La rinomata pizzeria MANGIAFOGLIA nasce dall’idea di Leonardo Corrado di voler diversificare la pizza salernitana, seguendo i dettami della storia partenopea del prodotto. Allo stesso modo, il padre Alessandro, nei primi anni novanta del secolo scorso, lasciò in Salerno una traccia indelebile con l’apertura della CANTINA SLATAFOSSO, la prima mai aperta a Salerno e che riportò in tavola la cucina semplice, espressa ai massimi livelli qualitativi, sia per cibi che per vini.
Leonardo ha messo a frutto l’esperienza culinaria acquisita negli anni e, col supporto del padre – sposando le stesse idee di integrità produttiva – è stato capace di fornire agli ospiti prodotti selezionatissimi, conscio del fatto che il cibo rappresenta a pieno il pensiero di chi lo produce.
Pensiero volto alla massima soddisfazione dell’utente finale ed alla cura della salute di quest’ultimo, ritenuto, a ragion d’essere, ospite e non cliente.
Quella che può sembrare “semplicità” è la forza del successo della pizza di Mangiafoglia.
L’impasto adoperato è ad alta idratazione e realizzato con miscela di farine tipo “0” e tipo “1”, contenenti al loro interno il GERME DI GRANO la parte più preziosa del chicco che conferisce al prodotto profumi e sapori unici. La stessa lavorazione prevede un ciclo di lievitazione di almeno ventiquattro ore e ciò attribuisce al composto la massima leggerezza e digeribilità.
Tutti i giorni, tranne il martedi: dalle 19.30 alle 00.00